Stop motori benzina 2035: Draghi avverte, “Servono più colonnine di ricarica”
Lo stop ai motori a benzina nel 2035 è un obiettivo ambizioso, ma Mario Draghi avverte che senza un’adeguata infrastruttura di ricarica, la transizione all’auto elettrica rischia di essere inefficace. L’ex presidente della BCE e del Consiglio sottolinea la necessità di investire nelle colonnine di ricarica per supportare il cambiamento.
Stop motori benzina 2035: un allineamento necessario
Durante la Settimana parlamentare europea 2025, Draghi ha ribadito la necessità di un piano strutturato: “Per accelerare la decarbonizzazione, strumenti e obiettivi devono essere allineati. Non si può imporre lo stop ai motori a combustione senza una rete adeguata di colonnine di ricarica”.
L’ex premier ha sottolineato l’importanza di questa transizione per garantire l’indipendenza energetica dell’Europa, evitando nuove dipendenze da potenze straniere, specialmente in un contesto geopolitico incerto.
Stop motori benzina 2035: Il piano UE e la sfida delle infrastrutture
Il tema è particolarmente attuale poiché il 5 marzo 2025 la Commissione Europea presenterà un nuovo piano per il settore automobilistico. Nel frattempo, dal prossimo aprile entrerà in vigore la normativa Dafi, che impone l’installazione di colonnine di ricarica rapida lungo la rete stradale principale europea (Ten-T).
Nonostante queste misure, Draghi avverte che l’Unione Europea è ancora indietro rispetto ad altri Paesi.
Il confronto con la Cina nella corsa all’elettrico
Nel report “The Future of European Competitiveness” presentato a settembre 2024 con Ursula von der Leyen, Draghi aveva già evidenziato il divario con la Cina. Pechino ha investito sull’intera catena di approvvigionamento dei veicoli elettrici sin dal 2012, garantendosi un vantaggio tecnologico e produttivo.
L’Europa, al contrario, ha avviato solo nel 2017 l’Alleanza europea delle batterie, rimanendo indietro sia nella produzione di batterie che nell’installazione delle colonnine di ricarica.
Conclusione
Il passaggio all’auto elettrica è cruciale per il futuro della mobilità e dell’ambiente, ma Draghi sottolinea che l’Europa deve muoversi in modo più coordinato. Il rischio? Una transizione incompleta che potrebbe danneggiare l’intero settore automobilistico senza reali benefici per l’indipendenza energetica e la decarbonizzazione.
