Rivedere lo stop al 2035: il Governo italiano alza la voce in Europa
Rivedere lo stop al 2035: il ministro Adolfo Urso ha presentato all’Unione Europea una serie di richieste per affrontare la transizione verso l’auto elettrica. Il governo italiano chiede maggiori investimenti o una revisione della normativa che prevede lo stop alla vendita di veicoli a benzina e diesel dal 2035.
L’Italia chiede una revisione anticipata
Rivedere lo stop al 2035: come annunciato in precedenza, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, si è recato a Bruxelles per proporre di anticipare la revisione della normativa sullo stop ai motori a combustione. Mentre l’Europa ha previsto una rivalutazione della legge entro la fine del 2026, l’Italia vorrebbe discuterne già all’inizio del 2025.
Durante il Consiglio Competitività dell’Ue, Urso ha sottolineato la gravità della situazione: “Il settore automobilistico è in una crisi senza precedenti, causata da fattori interni ed esterni, tra cui la mancanza di coordinamento tra politiche industriali e climatiche. Il rischio è quello di una perdita significativa di posti di lavoro e della chiusura di stabilimenti industriali”.
Neutralità tecnologica e alternative all’elettrico
Il ministro ha ribadito l’importanza di adottare una prospettiva tecnologicamente neutrale: “Non possiamo permetterci di affrontare questa sfida con ideologie. Dobbiamo considerare tutte le alternative possibili per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità”. Tra le opzioni, Urso ha menzionato i combustibili alternativi come e-fuel e biocarburanti, che potrebbero affiancare o sostituire l’auto elettrica.
Al momento, la richiesta italiana è stata avanzata in maniera informale, ma Urso ha promesso che presto invierà un documento ufficiale all’Unione Europea. L’obiettivo è evitare un passaggio esclusivo all’auto elettrica e considerare soluzioni che garantiscano una transizione più equilibrata.
Due possibili strade
Secondo Urso, ci sono due strade possibili: “La prima opzione è mantenere l’obiettivo del 2035, ma creare le condizioni per renderlo raggiungibile. La seconda è posticipare la scadenza per l’abbandono dei motori a combustione”. Il ministro ha dichiarato che l’Italia preferisce la prima opzione, a patto che si realizzino i necessari investimenti in tecnologia e infrastrutture. “Non possiamo permetterci finzioni. Altrimenti, ci troveremo di fronte a una crisi simile a quella vissuta dagli agricoltori, con gli operai pronti a manifestare a Bruxelles”, ha aggiunto.
Investimenti per sostenere la transizione
Per evitare che l’industria automobilistica europea “cada nel burrone”, Urso ha chiesto investimenti pubblici e privati massicci, paragonabili a quelli effettuati negli Stati Uniti. Solo così sarà possibile accelerare lo sviluppo di tecnologie avanzate e supportare l’acquisto di auto elettriche, che attualmente risultano troppo costose per la maggior parte dei lavoratori. Tuttavia, il ministro non ha specificato quale sia la data ideale per l’applicazione delle misure proposte.
